Strategia: Il Segreto del Trend
Inviato: 22/01/2023, 13:22
Faccio una premessa per introdurre l’argomento:
come accennato in un altro post che aggiorno quotidianamente è a mio avviso molto importante conoscere i tecnicismi dei mercati perché possono offrire ottime opportunità di costruire strategie profittevoli.
Quindi così come ho fatto per la strategia utilizzata nell’altro post anche qui spiegherò brevemente quali sono i meccanismi tecnici di funzionamento del mercato stesso che possiamo sfruttare per questa operatività.
“The trend is your friend”: una frase davvero sentita e risentita fino alla nausea.
Analizzandola velocemente ci si rende conto che si enfatizza l’utilità di lavorare in presenza di trend NON a favore o contro trend: “semplicemente” chi ha enunciato questa frase mette in risalto la profittabilità di operare “in presenza” di un trend, se non è presente un trend meglio non operare.
Questo ci porta al primo aspetto tecnico del mercato, in questo caso delle valute: delle tre categorie di operatori che operano sui mercati interbancari ci interesseremo a quelli che operano a scopo speculativo.
Da qui l’importanza di operare solo in presenza di un trend: non importa che sia long o short purchè sia presente; l’importanza è banalmente dovuta al fatto che se c’è un trend rialzista o ribassista “dovrebbe” garantirci la presenza a mercato degli operatori che ci interessano per questa strategia.
Arriviamo al secondo aspetto tecnico: se riusciamo ad accertare di essere in presenza di un trend sappiamo che ovviamente il trend non dura all’infinito, sappiamo che chi ha acquistato grosse quantità di valuta ad un certo punto deciderà di monetizzare i profitti cercando di individuare un Target Point, Take Profit o come preferite in modo da generare una “liquidazione”.
E cosa succede a livello grafico nel momento in cui scatta un Take Profit di una grossa operazione con ingenti somme di denaro?
Si genera una reazione più o meno uguale e contraria all’operazione aperta in precedenza.
Un’operazione Buy quando viene chiusa ha un effetto Sell sul mercato, e viceversa. Per assurdo se su un mercato ci fosse solo l’Operatore Uno il prezzo sul grafico tornerebbe al punto di partenza nel momento in cui chiude la sua operazione.
Susan Taylor lo chiama “punto di panico”: dove i trader hanno appunto paura a mantenere le loro posizioni aperte perché nel recente passato su quel punto si è creata una forte reazione del prezzo con un forte Swing a forma di V, normale o rovesciata a seconda della direzione del trend.
I trader che seguono il trend piazzano il target point proprio sul punto di panico: con questa strategia non si entra seguendo il trend ma si entra quando gli altri escono dal trend sfruttando proprio la reazione che il prezzo avrà su quel livello a causa delle liquidazioni dovute alle chiusure (o take profit).
Nel grafico vediamo le varie fasi per determinare quando e come è possibile entrare con un’ottima percentuale di successo:
1. Deve essersi formato uno Swing, in questo caso ha una forma di V normale. Il picco di minimo dello Swing genera un forte livello chiave psicologico di supporto dove in futuro se il prezzo dovesse arrivare dall’alto verso il basso “con determinate caratteristiche” potrà essere utilizzato con molta probabilità come livello chiave di Target Point per liquidare una buona parte del trend.
Questo Swing “deve aver generato un forte movimento del prezzo”, in questo caso rialzista, dove il prezzo deve essersi allontanato dal livelli chiave (livello di panico) “nel minor tempo possibile” (il tempo dipende dal time frame) ma deve essere anche facilmente percepibile ad occhio che nel giro di poche candele il prezzo deve essersi allontanato dal livello;
2. ...
Se interessa continuiamo perché c’è molto da approfondire per applicare la strategia nel modo più profittevole ma non vorrei annoiare.
Non manca molto ma c'è bisogno di tutta una serie di precisazioni e parametri per rendere la strategia più definita possibile.
come accennato in un altro post che aggiorno quotidianamente è a mio avviso molto importante conoscere i tecnicismi dei mercati perché possono offrire ottime opportunità di costruire strategie profittevoli.
Quindi così come ho fatto per la strategia utilizzata nell’altro post anche qui spiegherò brevemente quali sono i meccanismi tecnici di funzionamento del mercato stesso che possiamo sfruttare per questa operatività.
“The trend is your friend”: una frase davvero sentita e risentita fino alla nausea.
Analizzandola velocemente ci si rende conto che si enfatizza l’utilità di lavorare in presenza di trend NON a favore o contro trend: “semplicemente” chi ha enunciato questa frase mette in risalto la profittabilità di operare “in presenza” di un trend, se non è presente un trend meglio non operare.
Questo ci porta al primo aspetto tecnico del mercato, in questo caso delle valute: delle tre categorie di operatori che operano sui mercati interbancari ci interesseremo a quelli che operano a scopo speculativo.
Da qui l’importanza di operare solo in presenza di un trend: non importa che sia long o short purchè sia presente; l’importanza è banalmente dovuta al fatto che se c’è un trend rialzista o ribassista “dovrebbe” garantirci la presenza a mercato degli operatori che ci interessano per questa strategia.
Arriviamo al secondo aspetto tecnico: se riusciamo ad accertare di essere in presenza di un trend sappiamo che ovviamente il trend non dura all’infinito, sappiamo che chi ha acquistato grosse quantità di valuta ad un certo punto deciderà di monetizzare i profitti cercando di individuare un Target Point, Take Profit o come preferite in modo da generare una “liquidazione”.
E cosa succede a livello grafico nel momento in cui scatta un Take Profit di una grossa operazione con ingenti somme di denaro?
Si genera una reazione più o meno uguale e contraria all’operazione aperta in precedenza.
Un’operazione Buy quando viene chiusa ha un effetto Sell sul mercato, e viceversa. Per assurdo se su un mercato ci fosse solo l’Operatore Uno il prezzo sul grafico tornerebbe al punto di partenza nel momento in cui chiude la sua operazione.
Susan Taylor lo chiama “punto di panico”: dove i trader hanno appunto paura a mantenere le loro posizioni aperte perché nel recente passato su quel punto si è creata una forte reazione del prezzo con un forte Swing a forma di V, normale o rovesciata a seconda della direzione del trend.
I trader che seguono il trend piazzano il target point proprio sul punto di panico: con questa strategia non si entra seguendo il trend ma si entra quando gli altri escono dal trend sfruttando proprio la reazione che il prezzo avrà su quel livello a causa delle liquidazioni dovute alle chiusure (o take profit).
Nel grafico vediamo le varie fasi per determinare quando e come è possibile entrare con un’ottima percentuale di successo:
1. Deve essersi formato uno Swing, in questo caso ha una forma di V normale. Il picco di minimo dello Swing genera un forte livello chiave psicologico di supporto dove in futuro se il prezzo dovesse arrivare dall’alto verso il basso “con determinate caratteristiche” potrà essere utilizzato con molta probabilità come livello chiave di Target Point per liquidare una buona parte del trend.
Questo Swing “deve aver generato un forte movimento del prezzo”, in questo caso rialzista, dove il prezzo deve essersi allontanato dal livelli chiave (livello di panico) “nel minor tempo possibile” (il tempo dipende dal time frame) ma deve essere anche facilmente percepibile ad occhio che nel giro di poche candele il prezzo deve essersi allontanato dal livello;
2. ...
Se interessa continuiamo perché c’è molto da approfondire per applicare la strategia nel modo più profittevole ma non vorrei annoiare.
Non manca molto ma c'è bisogno di tutta una serie di precisazioni e parametri per rendere la strategia più definita possibile.